RILIEVO DI UNA PAJARA

Arch. Luca Ariedi

La pajara (o pajaru, o pagghiaru, o furnieddhu, furnu, truddu, chipuru, caseddhu a seconda del luogo) è una costruzione rurale realizzata con la tecnica del muro a secco.

Normalmente si tratta di costruzioni isolate nelle campagne, ma ve ne sono anche alcune che sono unite in gruppi di 2 o 3 a formare edifici più complessi. Rappresentano oggi uno degli elementi caratteristici del paesaggio salentino tanto da essere tutelate e valorizzate dalle istituzioni locali.

Si tratta di edifici simili ai più famosi trulli, a forma di tronco di cono, con pianta circolare o quadrangolare e costruiti con pietre ricavate dai terreni circostanti “a secco“, ovvero senza l’aiuto di alcuna malta o sostegno.

Le costruzioni presentano di norma un’unica camera senza finestre verso l’esterno. Hanno un notevole spessore, che assicura un ambiente interno fresco anche nei mesi più caldi.

 I furnieddhi venivano utilizzati come riparo momentaneo o deposito (il nome li fa ritenere originariamente depositi di paglia), ma di fatto sono stati utilizzati per gli usi più diversi, non ultimo come abitazione dei contadini durante il periodo estivo, allorché essi si trasferivano dal centro abitato per ottemperare ai lavori campestri dall’alba al tramonto.

Non di rado al loro interno trovano posto rustici caminetti, cisterne e stipi incastonati nei possenti muri.